Tre Nastri a “Freaks Out” di Gabriele Mainetti per montaggio, costumi e scenografia (Francesco Di Stefano, Mary Montalto e Massimiliano Sturiale che vince anche per “Il materiale emotivo”) e tre vanno anche alla ‘doppietta’ della migliore commedia in candidatura “Come un gatto in tangenziale 2 – Ritorno a Coccia di morto” e “Corro da te” premiati insieme per la regia di Riccardo Milani e la produzione (Wildside, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video). Per “Corro da te” Nastro anche alla migliore attrice di commedia Miriam Leone. A Laura Morante il Nastro speciale dedicato a due anniversari molto importanti nella sua storia professionale: l’esordio al cinema, poco più di quarant’anni fa, sul set con Giovanni e poi Bernardo Bertolucci e nel 2012 il debutto alla regia con “Ciliegine”.
In coppia i migliori attori della commedia, Francesco Scianna e Filippo Timi per “Il filo invisibile” di Marco Simon Puccioni. A Francesco Scianna, in un’annata davvero speciale per le sue performance, anche il premio Nastri d’Argento Persol/Personaggio dell’anno. Tra i riconoscimenti speciali agli attori va a Vanessa Scalera protagonista de “L’ Arminuta” il Premio Nastri/Nuovo Imaie, che consegna il Presidente di Nuovo Imaie, Andrea Miccichè.
Ed è un attore molto amato come Edoardo Leo a ricevere il premio Nastri/Hamilton Behind the camera proprio per l’exploit che ci ha regalato, oltre alle interpretazioni, da autore e regista non solo con Lasciarsi un giorno a Roma, grande successo in piattaforma e poi al cinema, ma anche per la regia del documentario su Gigi Proietti. Infine il ‘cameo’ dell’anno: dopo protagonisti come Adriano Panatta e Giuliano Sangiorgi, il Nastro va a Drusilla Foer, la nonna dark di “Sempre più bello”.
Tra i più votati i Giornalisti Cinematografici hanno attribuito due Nastri ad “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, premiato per il migliore attore, quest’anno, in ex aequo con Favino, Silvio Orlando – che vince anche come protagonista per “Il bambino nascosto” di Roberto Andò – e per la fotografia di Luca Bigazzi: anche qui un ex aequo con la fotografia di “È stata la mano di Dio” di Daria D’Antonio, film premiato anche per i Casting director Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni.
Segnalato dai Giornalisti Cinematografici anche “A Chiara” con un Nastro speciale all’autore, Jonas Carpignano e con il Premio Graziella Bonacchi all’attrice protagonista, Swamy Rotolo, la più giovane nel cast di quest’edizione che segna, tra l’altro, proprio tra i riconoscimenti dedicati alle attrici, il ritorno di due protagoniste premiate un anno fa, Teresa Saponangelo (“È stata la mano di Dio”) che ha ottenuto anche il Premio Nastri/Wella per l’immagine e, come già anticipato, Miriam Leone per la commedia. Nella categoria dell’Attrice non protagonista vince invece, sempre per il film di Sorrentino, Luisa Ranieri. Ed è al femminile la regia dell’esordiente Giulia Louise Steigerwalt, anche autrice del soggetto e sceneggiatrice del film, con “Settembre”.
Ritirano i Nastri per la squadra tecnica del sonoro de “Il Buco” di Michelangelo Frammartino (Benny Atria, Matteo Gaetani e Marco Saitta) gli autori della presa diretta Simone Paolo Olivero e Paolo Benvenuti. Per la musica e la canzone, invece, il voto dei Giornalisti ha premiato il talento del Premio Oscar® Nicola Piovani (“Leonora addio” di Paolo Taviani e “I fratelli De Filippo” di Sergio Rubini) e la migliore canzone dell’anno, “La profondità degli abissi” di Manuel Agnelli scritta e interpretata per “Diabolik”.
Molto cinema giovane tra i riconoscimenti dei Giornalisti: con il Nastro per il miglior soggetto a Damiano e Fabio D’Innocenzo per “America Latina”, il ‘Premio Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti al 21.mo anno segnala Filippo Scotti (“È stata la mano di Dio”) e Lina Siciliano (“Una femmina”) e insieme alla Fondazione Nobis un Premio collettivo va a Giulia di Ciro De Caro, il film più indipendente e low budget della selezione 2021-22, che racconta, con la leggerezza della commedia, lo smarrimento di una generazione ancora più evidente per gli effetti della lunga stagione di pandemia.
A cura di
Margherita Bordino
Aiman Sadek
Federico Barassi